Non autosufficienza: condizioni di salute degli anziani in Italia

LONG TERM CARE

INDICE

1. Cosa si intende per persona non autosufficiente?

2. Multimorbilità e patologie gravi

3. Demenza e depressione

4. Limitazioni motorie, sensoriali o cognitive

5. Difficoltà nella cura della persona

6. Su chi ricade il peso dell’assistenza degli anziani non autosufficienti?

7. Carenza di assistenza e ausili

Cosa si intende per non autosufficienza?

Una persona non autosufficiente è affetta da una situazione patologica, causata da senescenza, malattia cronica, limitazione mentale o da infortunio grave, che non le consente di svolgere autonomamente le funzioni essenziali della vita quotidiana. Necessita di assistenza permanente e continuativa per eseguire tutte o alcune attività essenziali (deambulare, lavarsi, vestirsi, alimentarsi).

Una persona è considerata non autosufficiente dal momento in cui non riesce più a svolgere almeno 3 delle seguenti 6 attività ordinarie:

  1. Lavarsi: riuscire da parte del paziente a lavarsi in maniera autonoma, nella vasca da bagno o nella doccia.

  2. Vestirsi: essere in grado di indossare o togliersi qualsiasi tipo di indumento.

  3. Sedersi e alzarsi da una sedia o dal letto.

  4. Essere in grado di muoversi all’interno della propria abitazione anche con l’assistenza di attrezzature tecniche.

  5. Nutrirsi: avere la capacità di mangiare e bere in maniera autonoma cibo che già viene preparato da altri

  6. Andare in bagno senza l’assistenza di una seconda persona, e riuscire a mantenere un adeguato livello di igiene personale.

Multimorbilità e patologie gravi

La presenza di cronicità e di multimorbilità hanno, come noto, un impatto negativo sui livelli di autonomia nelle attività essenziali della vita quotidiana e, più in generale, sulla qualità della vita, in particolare tra i molto anziani.

Nel 2019, circa 7 milioni di over 65, il 52% degli over 65, presentano multimorbilità, ovvero riferiscono almeno tre patologie croniche. L’incidenza cambia se analizziamo meglio le diverse fasce d’età.

Quante persone soffrono di più patologie per classe di età?

· 65 – 74 anni: 44,3%

· 75 – 84 anni: 56,1%

· Over 85: 66%

Le patologie più diffuse (in una lista di 22) sono:

  • Artrosi (47,6%)

  • Ipertensione (47%)

  • Patologia lombare (31,5%)

  • Patologia cervicale (28,7%)

  • Iperlipidemia (24,7%)

  • Malattie cardiache (19,3%)

  • Diabete (16,8%)

Il 43,2% delle persone over 65 soffrono di almeno una patologia grave. Quante persone soffrono di almeno una malattia cronica grave per classe di età?

· 65 – 74 anni: 34,2%

· 75 – 84 anni: 48,1%

· Over 85: 59,4%

Per malattie croniche gravi si intendono le seguenti: tumori, Alzheimer e demenze, malattie cardiache, incluso infarto o angina, diabete, parkinsonismo, malattie respiratorie croniche: bronchite cronica, Bronco pneumopatia cronico ostruttiva - BPCO, enfisema.

Figura 1. PERSONE DI 65 ANNI E OLTRE PER PRESENZA DI MULTIMORBILITÀ E DI CRONICITÀ GRAVE, PER SESSO E CLASSE DI ETÀ. Anno 2019, tassi per 100 persone

Demenza e depressione

Tra le malattie degenerative che riguardano la sfera della salute mentale degli anziani le demenze rappresentano una priorità di salute pubblica, come ha evidenziato l’Organizzazione mondiale della sanità lanciando il “Global Action Plan on the public health response to dementia - 2017-2025”.

Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la Malattia di Alzheimer e le altre demenze rappresentano la 7° causa di morte nel mondo.

Il sesso femminile rappresenta un importante fattore di rischio per l'insorgenza della demenza di Alzheimer, la forma più frequente di tutte le demenze. La prevalenza della demenza nei paesi industrializzati è circa dell’ 8% negli over 65 e sale ad oltre il 20% dopo gli 80 anni.

Attualmente il numero totale dei pazienti in Italia con demenza è stimato in oltre 1 milione (di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer); quindi l’Alzheimer rappresenta il 60% di tutte le demenze.

Secondo alcune proiezioni, i casi di demenza potrebbero triplicarsi nei prossimi 30 anni nei paesi occidentali.

In Italia, secondo il Report Anziani Istat 2019, si stima che nel 2019 le demenze senili e l’Alzheimer colpiscano circa 600mila persone tra gli over65 che vivono in famiglia (dalla stima sono esclusi quindi gli anziani che risiedono in istituzioni), complessivamente il 4,2% degli anziani. Tuttavia, la prevalenza triplica tra le over 85 (15,4%).

La patologia mentale più diffusa è la depressione, associata all’ansietà cronica grave per quasi la metà degli anziani. Nel 2019, l’11,3% degli anziani soffre di depressione.

Figura 2. PERSONE DI 65 ANNI E OLTRE CON PROBLEMI DI SALUTE MENTALE (DEMENZE E ALZHEIMER, STATO ANSIOSO-DEPRESSIVO E DEPRESSIONE MAGGIORE PER CLASSE DI ETÀ E SESSO. Anno 2019, tassi per 100 persone.

Si tratta di un grave problema perché il progressivo decadimento delle funzioni cognitive derivante da queste forme morbose neurodegenerative comporta un carico di assistenza particolarmente oneroso anche per i conviventi e i care givers. Circa 3 milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nella loro assistenza.

Gravi limitazioni motorie, sensoriali o cognitive

Sono circa 3 milioni e 860mila gli anziani con gravi difficoltà nelle attività funzionali di base (il 28,4% degli over 65).

· 2 milioni 833mila (20,9% degli over 65) hanno gravi difficoltà nel camminare, salire o scendere le scale senza l’aiuto di una persona o il ricorso ad ausili;

· 1 milione 874mila (13,8%) riferiscono gravi difficoltà nell’udito o nella vista anche con l’uso di ausili;

· 1 milione e 113mila (8,2%) hanno gravi difficoltà nella memoria o nella concentrazione.

Al crescere dell’età, la quota di anziani con gravi difficoltà funzionali aumenta progressivamente:

· 65-74 anni: 14,6%

· 75-84 anni: 32,5%

· Over 85: 63,8%

La quota di donne di 65 anni e più con gravi difficoltà funzionali supera quella degli uomini della stessa età in tutte le attività di base considerate, in particolare nelle gravi attività motorie.

Figura 3. PERSONE DI 65 ANNI E PIÙ CON GRAVI DIFFICOLTÀ MOTORIE, SENSORIALI E NELLA MEMORIA/CONCENTRAZIONE PER SESSO E CLASSE DI ETÀ. Anno 2019, tassi per 100 persone

Difficoltà nella cura della persona

Arriviamo dunque all’aspetto cruciale nel valutare il quadro della non autosufficienza in Italia: il numero di persone che hanno difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane.

Valutiamole considerando le attività di cura della persona (le 6 attività specificate all’inizio) e le attività quotidiane della vita domestica (ad esempio, fare la spesa, prepararsi i pasti, fare il bucato ecc.)

Il 10,6% degli anziani (1 milione e 437mila persone) riferisce gravi difficoltà in almeno un’attività di cura della persona:

· fare il bagno o la doccia da soli (9,8%)

· vestirsi e spogliarsi (6,7%)

· sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia (6,3%)

· usare i servizi igienici (5,7%)

· mangiare da soli (3,5%)

Il 6% degli anziani presenta gravi difficoltà in tre o più attività.

Tutti questi dati considerano la totalità degli over 65, ma la scarsa autonomia in almeno un’attività di cura personale riguarda quasi un quinto degli anziani over 75 (18,3%) e oltre un terzo degli over 85 (37,2%).

A questo gruppo di anziani che hanno problemi nella cura della persona e conseguentemente nelle attività domestiche, si sommano i 2 milioni e 400 mila di anziani che dichiarano gravi difficoltà solo nelle attività domestiche, si raggiunge la cifra di circa 3 milioni 800mila anziani che hanno severe limitazioni nelle attività quotidiane della vita domestica (28,4%).

Figura 4. PERSONE DI 65 ANNI E PIÙ CON GRAVI DIFFICOLTÀ NELLE ATTIVITÀ DI CURA DELLA PERSONA (ADL) E DELLA VITA DOMESTICA (IADL), PER SESSO E CLASSE DI ETÀ E CONFRONTO ITALIA E UE22. Anno 2019, tassi per 100 persone

Su chi ricade il peso della non autosufficienza?

La famiglia rimane il principale pilastro di supporto per gli individui anziani, nonostante nel corso del tempo le reti di assistenza familiare e quelle informali abbiano subito una significativa riduzione a causa delle dinamiche demografiche e dei cambiamenti sociali iniziati negli anni '60.

In una situazione in cui le reti di assistenza sono già critiche, il crescente numero di anziani nei prossimi dieci anni aumenterà la richiesta di assistenza, rendendo essenziale la pianificazione di interventi adeguati nel campo del welfare.

(Approfondisci il tema nei miei articoli sulle tutele pubbliche e sulla spesa pubblica per LTC)

Tra gli anziani che hanno difficoltà nelle attività quotidiane di cura personale o domestiche:

· Oltre il 50% degli anziani riceve aiuto dai familiari non in maniera esclusiva;

· il 17% si avvale di personale a pagamento;

· il 6,4% riceve aiuto da altre persone (amici, associazioni di volontariato, ecc.).

Tra gli anziani che hanno gravi difficoltà nella cura personale (circa 1 milione 500mila persone), l’84,4% riferisce di ricevere aiuti dai familiari (conviventi e non). Di questi:

· il 51,9% usufruisce solo dell’aiuto di familiari

· il 32,5% viene supportato da familiari insieme ad altre persone (assistenti agli anziani, altro personale a pagamento, assistenti domiciliari incaricati da enti pubblici o privati)

Il 35,8% degli anziani con gravi limitazioni nell'autonomia nelle attività essenziali di cura personale riceve assistenza a pagamento.

Tuttavia, l'accesso a tali aiuti dipende naturalmente dallo status sociale e dalla disponibilità economica. Gli anziani con redditi elevati ne usufruiscono in misura maggiore, con il 48% appartenente al quinto di reddito più alto, mentre la quota si riduce alla metà tra coloro con reddito basso, con il 24,3% appartenente al primo quintile di reddito.

Carenza di assistenza e ausili

Tra gli anziani con grave riduzione di autonomia nella cura personale, il 65,8% dichiara di non avere adeguati ausili o assistenza e oltre la metà (55,8%) ritiene di non godere di un adeguato livello di assistenza.

Si stima, quindi, che siano oltre 800mila le persone anziane con gravi difficoltà che avrebbero bisogno di maggior assistenza per le attività fondamentali di cura della propria persona.

Consistente anche la quota di persone anziane con grave riduzione dell’autonomia che non hanno sufficienti ausili, pari al 10% (circa 143mila persone). Si arriva quindi a un totale di quasi un milione di anziani (945mila) con carenza di assistenza o di ausili.

Le persone con grave riduzione di autonomia che lamentano una carenza di assistenza o di ausili sono così suddivise:

· 65 – 74 anni: 13,1%

· 75 – 84 anni: 35,2%

· Over 85: 51,7%

Come sono composti i nuclei familiari delle persone non autosufficienti?

· 46,8% vive da solo

· 26,7% vive solo con il coniuge

· 11,7% come membro aggregato nel nucleo familiare dei figli

· 14,7% in altre tipologie familiari

Dai dati emerge che il 55,4% delle donne vive da sola, contro il 26,4% degli uomini. Questo significa che molto spesso le donne si trovano a ricoprire il ruolo di care giver principale nei confronti del partner non autosufficiente, per trovarsi poi ad affrontare la propria non autosufficienza da sole.

Infatti, il 70,3% delle donne lamenta carenza di assistenza, contro il 29,7% degli uomini.

Figura 5. PERSONE DI 65 ANNI E PIÙ CON GRAVI DIFFICOLTÀ NELLA CURA DELLA PERSONA E CARENZA DI ASSISTENZA O DI AUSILI, PER TIPOLOGIA FAMILIARE, GENERE E CLASSE DI ETÀ. Composizione del nucleo familiare (a sinistra) e percentuale di persone che lamentano carenza di assistenza (a destra). Anno 2019, valori percentuali

Quali sono i costi e le spese da sostenere per l’assistenza a persone non autosufficienti? Ho scritto un articolo a riguardo, consultalo qui.

Fonti:

https://www.istat.it/it/files/2021/07/Report-anziani-2019.pdf

https://www.salute.gov.it/portale/demenze/dettaglioContenutiDemenze.jsp?lingua=italiano&id=2402&area=demenze&menu=vuoto

https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/the-top-10-causes-of-death